Carissimi,
Benvenuti a questa nostra assemblea annuale alla soglia dei 30 anni di vita associativa.
Ho voluto intitolare questa giornata: “La logica del dono ci fa più umani”, perché mi sembra che noi Cristiani e la gente di buona volontà in generale, siamo chiamati a rimboccarci le maniche e a prendere seriamente in considerazione il fatto che se ci lasciamo andare, anche noi possiamo essere travolti dalla logica dell’egoismo, dall’ ansietà, dalla negatività, dalla tristezza, e dall’individualismo. Penso che ognuno di noi abbia sperimentato un senso di dolcezza e di leggerezza, quando ha saputo aiutare qualcuno gratuitamente, quando è stato gentile, accogliente e premuroso …. E quanta frustrazione, scontentezza e angoscia se non ha saputo fare un passo verso l’altro, se si è tenuto tutto per sé.
Non parlo solo da un punto di vista economico che è di solito la cosa più semplice da fare e che ci fa sentire a posto, ma piuttosto di mettersi a disposizione per l'altro con tutto se stesso, con quei doni che spesso non riconosciamo di avere. E’ così bello scoprirli e servirsene per gli altri invece di tenerseli stretti.
Oggi presenteremo le nostre attività e dico nostre perché l’abbiamo realizzate assieme a voi amici, collaboratori, volontari, simpatizzanti. Vogliamo mostrare chi sono i poveri per l’AMI perché diciamo nel nostro statuto di avere un’attenzione preferenziale per i poveri. Vogliamo dire fortemente che la solidarietà e l’interesse per il fratello, vicino o lontano che sia, bianco o nero che sia, colto o ignorante che sia, povero e ricco che sia, si dimostra con i fatti. Fatti, come la vicinanza, lo stare insieme alle persone che hanno bisogno e hanno diritto alla nostra attenzione; come le nostre competenze e la conoscenza di situazioni che vanno oltre le nostre comode case più o meno fornite di divani; come la preghiera a Dio perché ci mostri sempre più chiaramente il suo volto di giustizia, di pace, di misericordia, in modo che anche il nostro volto , le nostre menti e le nostre mani possano compiere opere di giustizia di pace di misericordia verso i più poveri.
Insieme vogliamo capire quali sono le strategie che portano verso una cultura di morte e di indifferenza, che alzano muri di egoismo, per combatterle , come dice papa Francesco, costruendo insieme ponti di solidarietà. Dio ha bisogno di noi e infatti interviene solo attraverso le persone che credono che il bene è importante e che mettono in moto tutto loro stessi per farlo, e farlo bene.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che sono presenti, ma anche tutti coloro che ci permettono di continuare le attività missionarie a favore degli ultimi. Quest’anno si sono aggiunti alla nostra segreteria nuovi volontari, nuove persone, che hanno deciso di darci una mano. Altri giovani hanno fatto esperienze missionarie e adesso si stanno impegnando per dare una mano concreta per i poveri. L’Ami vuole sempre di più puntare sul volontariato, sulla presenza di persone che dedicano parte del loro tempo per le attività che l’AMI fa a favore dei più poveri sia in Italia che all’estero. Per questo cercheremo quest’anno di organizzare un viaggio missionario in Tanzania anche per adulti che vogliono vedere e toccare con mano questa realtà. Chi è interessato può già farsi avanti, ma una volta definito il programma manderemo la proposta a tutti.
Tutto ciò ancora una volta per promuovere la logica del dono nella gratuità e nella gioia del dare. Il Papa ci viene incontro con la sua esortazione Gaudete et exultate, dove ci propone una santità a tutto campo, la santità della porta accanto, della Chiesa in uscita, di quanti vogliono smettere di coltivare solo il loro orticello per aprirsi al bene comune. Vi confesso che a volte anche io di fronte al male e all’odio e soprattutto all’indifferenza, che vengono urlate così diffusamente, ho dei momenti di scoraggiamento, ma penso che dobbiamo opporre a questa tendenza odierna dell’egoismo un nuovo virus, che dovrà essere contagiosissimo. E’ il virus della santità, della civiltà dell’Amore che si trasmette solo dandosi una mano, per portare ognuno un seme di fratellanza, di solidarietà, in modo da trasformare il volto del mondo, sfigurato dalla violenza e dal sopruso degli arroganti, in un volto più umano più accogliente, più santo.
Antonietta