Ago, filo e sorrisi
“Cucire non serve solo a mettere insieme due pezzi di stoffa per ricavarci un vestito, cucire serve per mettere un pezzo di noi in quello che facciamo, per lavorare con qualcun altro. Direi che cucire serve per cucire relazioni”
Queste le parole di una delle sarte volontarie che stanno prestando servizio alla casa di accoglienza per richiedenti asilo di Fognano. Marta, Teresa, Gigliola e Giovanna da più di un mese stanno lavorando con le ragazze per insegnare loro un hobby o chissà, forse un futuro mestiere.
I circoli virtuosi si riconoscono facilmente: subito sono state donate macchine da cucire, tante stoffe e le ragazze si sono appassionate al lavoro!
Tra magliette, sciarpe, gonne e giacchette, le ragazze ne approfittano di questo corso per stare insieme, esercitare l’italiano (e un po’ di dialetto, che non fa mai male!) e rendersi un po’ più indipendenti.
Vi ricordiamo che le ragazze in questi mesi, aspettando di poter andare in commissione a Forlì, svolgono attività di aiuto sociale nel comune di Brisighella, nei CRE estivi e molto altro.
Un grazie alle fantastiche sarte che con pazienza seguono questo progetto e a tutti i volontari!
Un PicNic per l’India
“Ciao a tutti!
Vi rubo due minuti per dirvi che Domenica 5 giugno il PicNic è andato benissimo! Il tempo ci ha aiutato e siamo molto contenti di come è andata la giornata.
Un grazie a Isabella per le belle cose tanzaniane, eritree e indiane del mercatino che ci ha messo a disposizione.
Siamo molto soddisfatte! Eravamo più di 150, un bel numero!”
Simona Visani, Posta del Grillo
Noi dell’AMI ringraziamo anche quest’anno Simona e gli amici della Posta del Grillo per il sostegno che forniscono ai progetti in India organizzando queste bellissime giornate, grazie!
Jessica racconta la sua Africa
Quando sono arrivata, Novembre 2015, lo Studentato era stato inaugurato da appena un mese. Quindi non solo la struttura era nuova e tutta da scoprire e organizzare, ma anche la vita e le abitudini delle studentesse, dei volontari e delle missionarie stesse, era da inventare ogni giorno!
Nei primi tempi, affiancavo Sheela nelle piccole scelte di ogni giorno…riorganizzare le stanze, svuotare gli scatoloni del trasloco, sistemare lo store, ecc. Con il passare dei giorni mi sono sentita sempre più a mio agio, e mi sono letteralmente buttata nella vita africana.
Da quel momento le giornate sono volate, scandite anche dai tempi che la vita di comunità impone. Mi occupavo principalmente di tutto ciò che concerneva la vita delle nostre studentesse e di quelle piccole, grandi attività legate alla logistica dello studentato.
A volte passavo ore davanti al pc a sistemare conti e schede, altri giorni invece uscivo al mattino per un paio di commissioni e mi ritrovavo a pranzare fuori perché i programmi cambiavano velocemente!
Questo il “lavoro” se così lo vogliamo chiamare, ma io preferisco “vita in missione”. Perché in queste tre parole posso metterci molto di più…
Questa vita prevede anche le mie lezioni di swahili che mi hanno permesso di conoscere e immergermi nella realtà che mi circondava, prevede le lunghe chiacchierate con gli ospiti che in vero stile AMI frequentavano Kawekamo; prevede le lezioni di inglese che ho tenuto per i ragazzi del MOG, le gite a Bukumbi per riempirmi gli occhi di natura.E ancora, le esperienze uniche e meravigliose vissute a Kalwande (ex lebbrosario) o con i bambini di Upendo Daima. E soprattutto prevede i legami forti che si creano con la piccola famiglia che con te condivide tutto, gioie edolori.
Indipendentemente dal carattere personale di ciascuno di noi, la missione ti chiede di metterti in gioco, di prendere i tuoi doni e condividerli. Qualsiasi essi siano. Per scoprire poi che questi doni ti tornano indietro sotto forma di sorrisi, di esperienze e di amore.
Scoprire che la persona che è tornata non è la stessa che è partita…e allora buona missione a tutti!
Jessica
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