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Alcune storie dei nostri pazienti 

Sono circa 1300 i pazienti che periodicamente frequentano la clinica, per ritirare i farmaciLaboratorio analisi 1 antiretrovirali ed eseguire gli esami di laboratorio, per il monitoraggio della carica virale e dello stato immunitario. La disponibilità di farmaci efficaci e accessibili a tutte le persone affette dall’infezione, ha migliorato notevolmente la qualità della vita dei pazienti e, di riflesso, incoraggiato molte più persone a fare il test HIV. Chi inizia la terapia in uno stadio precoce della malattia, preserva le difese immunitarie e di conseguenza va incontro a meno complicanze infettive e tumorali. Meno malattie significa più tempo ed energia per lavorare, costruirsi un futuro, occuparsi della propria famiglia. Cose semplici, ma che solo fino a qualche anno fa sembravano ormai perdute per buona parte delle persone affette da HIV. Ma non è abbastanza. C’è ancora chi si nasconde e tarda ad iniziare le cure, chi si illude di essere guarito e le lascia appena sta meglio, chi non trova cure ed esami adeguati nel proprio centro e non può permettersi i servizi degli ospedali privati in città. Anche per queste persone, il CTC di Bukumbi è un punto di riferimento: qui non è mai troppo tardi, si può sempre ricominciare, tutti i servizi, grazie all’aiuto di tanti piccoli e grandi donatori, sono gratuiti. E così, col lavoro di squadra, la vita rifiorisce. Come quella del piccolo Paskal, di 11 anni, abbandonato dalla mamma con dei Shoma laureata dello studentatoi visita i pazienti 1parenti perché incapace a camminare. Una operatrice dell’ospedale l’ha trovato a casa piegato su se stesso per una grave deformità della colonna e l’ha portato al CTC dove, dopo aver fatto diagnosi di TB delle ossa, ha iniziato la terapia specifica, è stato inserito in un programma di riabilitazione e nel giro di alcuni mesi si è letteralmente rimesso in piedi. Parallelamente, abbiamo cercato la madre, costretta alla dolorosa scelta di lasciare il figlio da una diagnosi di HIV e dalla necessità di lavorare per occuparsi degli altri figli. Ora Paskal ha finito il trattamento, può camminare da solo ed ha finalmente iniziato ad andare a scuola. La mamma è in terapia antiretrovirale, sta bene ed ha ripreso Paskal con sé. Tuttavia a volte neanche le medicine bastano. L’HIV, nonostante si cerchi di informare con ogni mezzo, è ancora circondata da un alone di paura e disprezzo per chi ne è affetto; c’è chi considera la diagnosi di HIV una condanna a morte e quindi la vita del malato non degna di essere vissuta o, in situazioni di precarietà economica, un inutile peso per i famigliari “sani”, specie quando si tratta di accudire orfani o vedove della malattia. È successo a Mariam, 35 tratta di accudire orfani o vedove della malattia. È successo a Mariam, 35 anni, il marito morto per HIV, lei e il figlio Simon di 5 anni entrambi affetti e il figlio Lukas di 2 anni sanoAnna e Revina lauretata dello studentato fanno un prelievo 1

grazie alla profilassi, ma evidentemente “non abbastanza”. La famiglia del marito con cui vivevano li ha cacciati via, ed un giorno li abbiamo visti arrivare in clinica per chiedere le medicine, con sé tutta la loro casa in un fagotto e nessun posto dove andare. In poco tempo, “il CTC” (staff e pazienti) si è mobilitato per fornirli del necessario: chi ha aperto la propria casa mettendo temporaneamente a disposizione una stanza, chi ha dato una pentola, un vestito usato, una coperta… e con i soldi di una colletta, Mariam ha potuto avviare un piccolo commercio di frutta e verdura nel villaggio, dove ha poi potuto affittare una casetta e continuare a prendersi cura della sua famiglia. Il CTC di Bukumbi è anche questo, perché crediamo che “cura” significhi mettere al centro il paziente, aiutarlo a liberarsi dai legacci con cui malattia e stigma gli impediscono di vivere una vita normale. Ma quasi nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza l’aiuto di tanti sostenitori che ogni anno ci permettono di andare avanti, programmare un’assistenza sempre più attenta ai bisogni dei nostri pazienti, di impegnarci per fare meglio. Un grazie di cuore da tutti per tutti, per chi ci ha sostenuto finora i nostri bambini e continua a sostenerci e per chi, come la Chiesa Valdese, mettendo a disposizione il suo 8x1000 con il Progetto “Prevenzione e cura per combattere e vincere l’AIDS - Sostegno al centro per malati di AIDS (CTC) di Bukumbi” sarà al nostro fianco per il prossimo anno per contribuire ad una parte delle cure dei nostri amici. 

AHSANTENI SANA (ndr - Grazie mille)!   

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