Progetto Ospedale a Digsa
Purtroppo l’ospedale di Digsa il 12 giugno del 2019 è stato confiscato dal governo Eritreo
Ma andiamo con ordine…
L’ospedale di (Digsa Community Hospital) è sorto da una collaborazione della diocesi di Asmara con l’Associazione Missionaria Internazionale (AMI) (che realizza i suoi progetti tramite l’Amici Mondo indiviso odv) di Faenza nel 1992 su invito dell’allora arcivescovo di Asmara Abuna Zakarias Yohannes.
La scelta è caduta su Digsa, un piccolo villaggio nel distretto di Segheneiti; non c’era nulla, né acqua né corrente elettrica, ma era al centro di un’area che comprendeva molti villaggi distanti e mal collegati con i più vicini ospedali governativi che si trovano a 50-70 km di distanza. Con l’aiuto di tanti volontari AMI ha potuto costruire in poco tempo un piccolo ospedale di circa 37 letti, dotato di laboratorio e sala operatoria. Sono stati scavati due pozzi per assicurare acqua potabile all’ospedale, e anche dei punti di distribuzione dell’acqua nel villaggio.
Inoltre sin da subito, l’ospedale di Digsa è stato inserito nel sistema sanitario nazionale e sono stati affidati ad AMI 13 villaggi per attività di educazione sanitaria, vaccinazione e promozione della salute materno-infantile. È stato il primo ospedale in Eritrea ad offrire le cure con antiretrovirali ai pazienti affetti da HIV.
Nel 2009 sono stati espulsi dal suolo eritreo tutti gli stranieri operanti nelle ONG e anche tutti i missionari; l'ospedale è stato affidato allora alle suore locali Figlie di Sant'Anna. L' AMI dal 2009 al 2019 ha continuato a sostenere il progetto economicamente e con l'invio di volontari due volte all'anno. Nel 2018 si era installata la nuova radiologia e i volontari avevano istruito il personale locale, questo aveva dato un nuovo impulso all’ospedale, ma….
Tutto ciò sembra essere finito il 12 giugno 2019 quando il governo dittatoriale di Isayas Afewerki ha ordinato alla Chiesa cattolica di consegnare alle autorità statali tutti i suoi centri sanitari. Lo ha fatto non con un comunicato ma inviando contemporaneamente in ogni presidio sanitario militari armati che hanno intimato la consegna delle chiavi dei 22 tra ospedali, centri sanitari e ambulatori gestiti da cattolici sparsi nei villaggi. Fra questi anche il nostro ospedale di Digsa. Sono venuti una prima volta e al rifiuto di consegnare le chiavi sono andati via ma sono tornati dopo due giorni.
Sia le suore che i malati sono stati minacciati pesantemente. I pazienti sieropositivi sono stati informati lì per lì che da quel momento avrebbero dovuto rivolgersi al centro governativo di Dekamerè, 40 km più a nord, mentre alcuni di loro già fanno decine di chilometri per raggiungere Digsa dalla direzione opposta.
Indirizzo
Corso Matteotti 62, Faenza
48018 Italia
Telefono
+39 0546 29846