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Chi?

Siamo partiti in 8: cinque ragazze di Faenza, un ragazzo di Bari e due accompagnatrici Laura e Debora, dell’associazione Missionaria Internazionale (AMI).

Dove?

In Tanzania, uno stato dell’Africa orientale. Le prime due settimane siamo state a Mwanza (si trova sul meraviglioso Lago Vittoria!) ospitate presso lo studentato AMI dalle missionarie Sheela e Rosamma. Gli ultimi 10 giorni ci siamo spostati a circa 40 km nel villaggio di Bukumbi, accolti nella casa delle missionarie Alba e Rosa.

Quando?

L’esperienza di missione si è svolta nel mese di Agosto. Durante l’anno abbiamo partecipato ad un percorso di formazione alla missionarietà che prevedeva incontri un weekend al mese (GRUPPO MESE). Al termine del cammino per chi voleva, era prevista la possibilità di partire dove operano i missionari. Tra le mete da scegliere quest’anno c’erano: Fognano, Romania, Perù, Cameroon, Tanzania.

Cosa?

Preghiera. Prima di ogni cosa, affidando ogni nostra giornata al Signore.

Servizio. Abbiamo cantato, ballato, giocato.

A Mwanza abbiamo visitato 3 centri sociali: TUNAWEZA (Noi possiamo!) ospita ragazzi con disabilità che imparano a fare piccoli lavoretti come cucire creando borse, abiti e a lavorare la carta per sostenersi; UPENDO DAIMA (Amore Infinito) è un centro di accoglienza per bambini di strada, dove viene dato un letto in cui dormire, cibo e istruzione. Mi ha molto colpito come il maestro lì presente si prendesse a cuore ogni bambino dando a loro non solo istruzione ma ancor di più affetto, tempo, cura, ciò di cui avevano più bisogno!; NYANSHANA una struttura in cui le ragazze che non possono proseguire gli studi imparano alcuni lavori pratici come cucinare, cucire, fare braccialetti o collane.

A Bukumbi abbiamo toccato con mano la povertà. Nei pomeriggi siamo stati in due servizi. Il primo è KALWANDE, un ex lebbrosario che si trova ai margini del villaggio dove ci sono numerose famiglie con anziani e bambini. Poco distante c’è KALWANDE-CAMP con malati mentali abbandonati dalle famiglie, bisognosi di cura, pulizia e terapie quasi totalmente assenti.

Abbiamo fatto visita a un centro di 150 bambini albini e 200 bambini sordi e/o muti, altri ciechi di ogni età. Le persone che si prendono cura di questi bambini si possono contare sulle dita di una mano, lascio immaginare le condizioni gravi in cui si trovano!

Lavoro. Abbiamo collaborato nel ridipingere la facciata del reparto del CTC (centro terapia e cura di malati di Aids) dell’ospedale di Bukumbi. Qui offrono gratuitamente cure e servizi due medici dell’Ami e del personale locale.

Percorso formativo e spirituale. Il tempo trascorso in Tanzania è stato anche scandito dalla lettura della Parola di Dio, testimonianze delle missionarie, incontri di formazione, scambi interculturali con i giovani del posto. Non sono mancati di certo anche i momenti ludici!

Perché?

Il perché ho scelto di partire, è stato il forte desiderio di donarsi ai bambini, agli adulti, a chi aveva bisogno. Di spendersi per qualcuno. Ma anche scoprire, conoscere, gustare un piccolo pezzo dell’Africa, con la sua cultura, colori, odori, povertà, ricchezze.

L’esperienza vissuta seppur breve, è stata intensa e ricca di emozioni!

Ho visitato luoghi poverissimi, che visti da vicino ti scuotono tanto. Ho conosciuto tante persone accoglienti fra le strade, che anche senza conoscerti ti guardano, ti sorridono, ti salutano.

Ho giocato con bambini con un bisogno di affetto e di amare immenso. Non mi conoscevano, non sapevano cosa potessi io dare a loro, cosa ero in grado o non in grado di fare, ma mi sentivo accolta così com’ero. Ho sperimentato l’amore gratuito, disinteressato e sincero.

Quanta gioia per una stretta di mano, un sorriso, la semplice presenza. Piccole cose!

Ero partita con l’intento di donare, ma quello che ho ricevuto è stato molto di più.

Mi sono chiesta tante volte il perché di tutta quella povertà, era forte il senso di impotenza.

Alla fine credo di aver capito che non sono in grado e non devo risolvere i problemi del mondo, ma sono chiamata a farmi strumento, come scriveva Madre Teresa  “la matita deve solo poter essere usata”. Questa la frase che porto nel cuore.

Con il mio limitato e fragile aiuto si può sognare più in grande.

La povertà è anche qui, attorno noi. L’ impegno è prendersi cura dell’altro!

 

Emanuela  Mosca

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  Indirizzo

Corso Matteotti 62, Faenza

48018 Italia

  Telefono

+39 0546 29846

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